La contaminazione da batteri è motivo di preoccupazione per il 62 per cento dei cittadini europei ma la percentuale sale al 79 per cento in Italia, anche per il rincorrersi di notizie contraddittorie che spesso si rivelano infondate. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sui dati Eurobarometro, in occasione dell’allarme lanciato dall’Oms sulla virulenza del ceppo di Escherichia Coli diffuso in Europa dove ha provocato una psicosi nei consumi che ha causato danni ingiustificati per oltre 100 milioni di euro all’ortofrutta Made in Italy(i danni per la Campania sono circa 20 milioni di euro). Dopo le rassicurazioni del Ministero della Salute e dell’Istituto superiore della Sanità l'unico pericolo certo che corre l’Italia e la produzione campana è il danno economico per i produttori agricoli per la grande reattività dei consumatori alle emergenze evidenziata dall’indagine Eurobarometro.
- ha sottolineato Coldiretti Campania che ha promosso alla Facoltà di agraria Portici una iniziativa antipanico con la partecipazione del presidente della commissione agricoltura, Paolo Russo e dell’Assessore Regionale all’Agricoltura della Campania, Vito Amendolara per rassicurare i consumatori circa la qualità e la salubrità dell’ortofrutta locale –
Accanto a misure adeguate di sostegno ai produttori agricoli ingiustamente colpiti, occorre intervenire con la corretta informazione per fermare la psicosi che ha determinato il crollo nei consumi a livello nazionale e comunitario di ortofrutta – hanno sostenuto il presidente e il direttore della Coldiretti campana Gennarino Masiello e Lucio Prisco Sorbo
La mobilitazione “antipanico” della Coldiretti, a sostegno della qualità e della sicurezza alimentare Made in Italy, si è resa necessaria dalla ripetuta diffusione di notizie risultate infondate che hanno però provocato il cambiamento della dieta di un cittadino europeo su tre (35 per cento), secondo Eurobarometro. E’ proprio il danno agli agricoltori – hanno sostenuto Masiello e Sorbo - l’unico dato certo di tutta questa vicenda gestita nel completo caos tra errori, ritardi e dannose approssimazioni a livello europeo.
Nessun allarme, ha ammonito l'assessore regionale alla Agricoltura Vito Amendolara perché “in questa regione per i tanti guai che abbiamo avuto il livello dei controlli supera quello di qualsiasi altro territorio nel nostro Paese”. “Faremo la nostra parte nel sostenere in sede di Unione Europea la piena soddisfazione delle richieste di indennizzo dei danni subiti dai produttori per l’ingiustificato allarmismo che ha fatto crollare i consumi” – ha affermato il presidente della Commissione Agricoltura della Camera, Paolo Russo. Contro la psicosi da Escherichia coli la Coldiretti campana ha organizzato sul terrazzo della Sala Cinese della Facoltà di Agraria una degustazione di pesche, ciliegie e albicocche e di piatti tipici risorgimentali che richiamano le antiche tradizioni popolari e risentono di quelle contaminazioni culturali, che hanno reso unica la nostra storia moderna, tramandandola anche attraverso il gusto a base di ortaggi e verdure tipiche. Fra le prelibate portate “Minestra maritata”, “timpano di maccheroni alla siciliana”, “milinsane farsite alla parmeggiana”, “zucchini alla scapece”, “alici mollicate in cartoccio”.
L’Italia – ha sostenuto la Coldiretti campana - è il principale produttore di frutta e verdura dell’Unione Europea con 300mila aziende agricole specializzate per una produzione attorno ai 25 milioni di tonnellate che genera un fatturato di oltre 11 miliardi di euro (di cui 800 milioni di euro realizzati in Campania) e garantisce occupazione per 50 milioni di giornate di lavoro. L’obiettivo della mobilitazione – hanno sottolineato Masiello e Sorbo - è quello di superare la psicosi ingiustificata che ha determinato il crollo negli acquisti a livello nazionale e all’estero, ma anche quello di sostenere la richiesta italiana di risarcimento per i 100 milioni di euro di danni subiti dal Made in Italy alimentare, a seguito del crollo delle esportazioni e del calo dei consumi sul mercato nazionale. I produttori - precisa la Coldiretti – contestano anche lo stop tedesco generalizzato al consumo di verdure fresche perché ormai è chiaro dalla localizzazione dell’epidemia che il problema si è verificato in Germania e non riguarda le produzioni degli altri Paesi che peraltro sono identificabili dall’obbligo di indicare in etichetta la provenienza. Un doppio danno per i consumatori tedeschi che sono costretti a rinunciare a prodotti sicuri che fanno bene alla dieta e alla salute. Il rincorrersi di falsi allarmi ha alimentato - continua la Coldiretti - una psicosi che ha anche offerto alibi a misure protezionistiche ingiustificate come il blocco delle importazioni dalla Russia con gravi danni economici.
Le conseguenze piu’ gravi si sono avute per i cetrioli, ingiustamente indicati inizialmente come responsabili, con crolli anche del 90 per cento, ma un effetto traino negativo - sottolinea la Coldiretti - si è avuto per l’intera produzione nazionale di verdure sui mercati interno ed estero. A livello nazionale, il 43 per cento degli italiani, di fronte ad una emergenza alimentare, evita gli alimenti di cui ha sentito parlare per un certo periodo di tempo mentre il 13 per cento lo esclude definitivamente dalla dieta con solo il 30 per cento che si preoccupa ma non cambia acquisti e il 12 per cento che ignora l’informazione, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Eurobarometro.
L’incertezza sta avendo effetti devastanti sui mercati con il danno ai produttori agricoli che è l’unico elemento certo di questa emergenza. Si registrano, infatti, disdette negli ordini anche perchè - precisa la Coldiretti - le produzioni olandesi prima dirette verso la Russia vengono dirottate sui mercati europei come l'Italia a seguito del blocco imposto da Putin. “L’Italia deve chiedere i risarcimenti alle competenti autorità europee per i danni economici subiti ingiustamente dai produttori di frutta e verdura nazionali”, chiede il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “analoghe richieste sono già state formulate dal Portogallo e dalla Spagna per i ritardi e le incertezze accumulati nell’affrontare l’emergenza che hanno alimentato la psicosi”.
L’arrivo del batterio killer in Europa, a dieci anni esatti dal primo caso di “mucca pazza”, fa salire a 5 miliardi i danni provocati dalle psicosi nei consumi generati da emergenze alimentari, vere e presunte, che si sono verificate nell’ultimo decennio, secondo una stima della Coldiretti. Dalla mucca pazza all’aviaria, dal latte cinese alla melamina a quello tedesco alla diossina, ma anche al grano canadese all’ocratossina e all’olio di semi ucraino contaminato da idrocarburi, gli allarmi provenienti dalle diverse parti del mondo si sono moltiplicati negli ultimi dieci anni con pesanti effetti sull’economia, anche se non sempre hanno fatto seguito problemi concreti.