Investimenti nel settore e l’introduzione di innovazioni nella gestione dell’acqua in agricoltura potrebbero portare all’Italia benefici complessivi tra i 9,7 e i 17,3 miliardi di euro in trent’anni. Lo dice uno studio di Althesys, presentato a Roma il 22 febbraio scorso, nell’ambito del convegno “Acqua, agricoltura e ambiente. Agricoltura, utilities e industria alleate per la sostenibilità”. La stima, che varia in funzione di diversi scenari di applicazione degli interventi prospettati, è frutto di un lavoro che Althesys ha condotto coinvolgendo i numerosi soggetti interessati alla gestione della risorsa idrica, dall’agricoltura agli usi civili (Istituzioni, Federutility, Anbi, Coldiretti). Il lavoro di Althesys, infatti, ha rappresentato una importante occasione di confronto tra soggetti che, spesso, si trovano ad operare in un contesto caratterizzato da una assenza di coordinamento e di politiche di indirizzo. In questo senso, la partecipazione attiva di Coldiretti ad un progetto sul water saving testimonia un alto grado di consapevolezza circa l’importanza del ruolo che il settore agricolo deve giocare nell’ambito della promozione di un uso razionale dell’acqua, sia attraverso lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto, sia mediante altre innovazioni che possono riguardare, ad esempio, la modifica degli ordinamenti e delle tecniche produttive, l’introduzione di colture o nuove varietà meno esigenti e la creazione di piccoli invasi. Tuttavia, la risorsa idrica resta essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli, senza i quali è a rischio la competitività del Made in Italy alimentare, così come la stessa sopravvivenza del territorio. Pertanto, i problemi legati alla scarsità quantitativa della risorsa idrica dovrebbero essere risolti attraverso un approccio sistemico, evitando politiche basate “esclusivamente” su obiettivi di riduzione dei consumi per uso agricolo. La questione, infatti, va riportata nell’ambito più ampio della problematica dei cambiamenti climatici in corso e della necessità di un impegno “generale” (a partire dai comportamenti individuali del cittadino, sino alle fasi politico-istituzionali) per ripristinare condizioni di equilibrio attraverso la gestione responsabile del territorio e delle sue risorse, anche attraverso una modifica complessiva degli stili di vita. Lo studio Althesys, in questo senso, è stato caratterizzato da un approccio equilibrato e rigoroso. Il progetto, infatti, è stato orientato alla valutazione degli effetti di strategie innovative della gestione dell’acqua in agricoltura da un punto di vista economico, ambientale e sociale, in un’ottica di sistema, considerando gli effetti sulla collettività e sull’ambiente, andando, quindi, oltre il bilancio della singola azienda agricola. In agricoltura, tra l’altro, non si possono applicare i comuni criteri di efficienza senza tener conto della multifunzionalità dell’uso dell’acqua e cioè di esternalità positive quali il mantenimento della biodiversità, la ricarica delle falde e il contrasto alla salinizzazione, che rendono particolarmente complessa una rigorosa valutazione economica. L’esigenza di sviluppare nuove politiche di gestione dell’acqua nasce, dunque, da molteplici fattori che possono essere sintetizzati nel problema della scarsità quantitativa, nell’incidenza della risorsa idrica sulla competitività dell’agricoltura italiana, nell’importanza del ruolo dell’agricoltura nella gestione dell’acqua, nella necessità di una regolamentazione più efficace e di un contenimento delle perdite della rete irrigua. I dati del settore confermano quanto, nel nostro Paese, l’irrigazione resti un elemento strategico per la competitività dell’agricoltura. L’agricoltura irrigua, infatti, contribuisce per più del 50% alla produzione totale e per più del 60% al valore totale dei prodotti agricoli. Le produzioni vegetali irrigue, quindi di qualità e a maggior valore aggiunto, costituiscono, inoltre, oltre l’80% delle nostre esportazioni (tra l’altro, negli anni, la superficie irrigata in Italia è aumentata molto rispetto alla superficie agricola utilizzata, raggiungendo un +44%). Altri interessanti dati contenuti nello studio Althesys riguardano i metodi irrigui: in Italia, su circa 2,6 milioni di ettari irrigati, il metodo dell’aspersione risulta essere il più utilizzato (42%). Seguono lo scorrimento (34%), la microirrigazione e la goccia (15%). Per quanto riguarda i vantaggi relativi all’introduzione di innovazioni, lo studio considera un risparmio idrico del 10% attraverso la diffusione dell’irrigazione a goccia e della micro-aspersione. La maggiore resa commerciale, invece, sarebbe del 9%, mentre, a livello di modelli gestionali, introducendo sistemi di supporto decisionali, si possono risparmiare consistenti volumi di adacquamento (-15/-25%), ridurre i consumi e aumentare le rese (sino al +13%). Va segnalato, tuttavia, che queste reti comportano anche esternalità positive (paesaggio, ricarica falde, biodiversità, ecc). Per quanto riguarda le condotte, lo studio ha stimato la possibilità di riduzione delle perdite dell’8% delle reti di adduzione (talora condivise tra settori civile e agricolo) grazie al monitoraggio e interventi di riparazione (il beneficio economico proveniente dalla riparazione delle condotte è stato stimato in 245-564 milioni di euro in 30 anni).
22 Marzo 2011
22 MARZO 2011 GIORNATA MONDIALE DELL’ACQUA