Partita a Settembre dal Napoli pizza Village, la raccolta firme per chiedere l'inserimento dell'Arte della Pizza nella "Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell'umanità" con l’adesione della Coldiretti alla campagna lanciata sulla piattaforma Change.org insieme all'Associazione Pizzaiuoli Napoletani e alla fondazione UniVerde dell'ex ministro dell'Agricoltura Alfonso Pecoraro Scanio, farà tappa ad Avellino domani 30 gennaio con la “Pizza No Triv “presso il bmode, Birrificio, ristorante e pizzeria in via Aldo Pini 10.
L’intento della campagna a sostegno del riconoscimento dell’arte della pizza come patrimonio culturale e materiale dell’umanità è quello di poter contribuire a garantire l’origine italiana degli ingredienti e della qualità nella fase di preparazione,
difendendo dalle tante imitazioni in giro per il mondo un altro prodotto simbolo del Made in Italy, tutelando i consumatori e creando reddito per le nostre imprese.
Dal 1 maggio 2015 l’Italia ospiterà l’Expo Universale: “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, dedicata all’agricoltura e alla sostenibilità. È importante che nel marzo 2015 l’Italia, sbloccando la pratica ferma dal marzo 2011, formalizzi al Comitato Intergovernativo dell’UNESCO la candidatura dell’“Arte della pizza” che sicuramente è il prodotto della tradizione italiana più conosciuto al mondo.
Politici, attori e sportivi di rilievo hanno già firmato a sostegno dell’arte della pizza, simbolo dell’identità nazionale.
Dall'ex ministro dell'Agricoltura Alfonso Pecoraro Scanio, insieme a Roberto Moncalvo, Presidente della Coldiretti, Franco Manna, Presidente di Rossopomodoro, Jimmy Ghione, Giuseppe Castiglione, Sottosegretario al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ed Elio Lannutti, Presidente dell'Adusbef sono state già state consegnate al Presidente della Commissione Italiana Unesco, Prof. Giovanni Puglisi, presso la sede Unesco di Roma in piazza Firenze, le oltre 200mila adesioni raggiunte in pochi mesi dalla petizione.
“Il riconoscimento dell’Unesco ha un valore straordinario per l'Italia che è il Paese dove più radicata è la cultura alimentare e la pizza rappresenta un simbolo dell’identità nazionale”, afferma il vicepresidente nazionale e presidente campano di Coldiretti, Gennarino Masiello nel sottolineare che “è chiaro che garantire l’origine nazionale degli ingredienti e le modalità di lavorazione significa difendere un pezzo della nostra storia, ma anche la sua distintività nei confronti della concorrenza sleale”. Un rischio diffuso all’estero e un’occasione per fare chiarezza anche in Italia dove secondo una analisi della Coldiretti quasi due pizze su tre (63 per cento) sono ottenute da un mix di farina, pomodoro, mozzarelle e olio provenienti da migliaia di chilometri di distanza senza alcuna indicazione per i consumatori. Troppo spesso – conclude Masiello - viene servito un prodotto preparato - spiega la Coldiretti - con mozzarelle ottenute non dal latte, ma da semilavorati industriali, le cosiddette cagliate, provenienti dall'est Europa, pomodoro cinese o americano invece di quello nostrano, olio di oliva tunisino e spagnolo o addirittura olio di semi al posto dell'extravergine italiano e farina francese, tedesca o ucraina che sostituisce quella ottenuta dal grano nazionale.
«Quando un prodotto diventa globalizzato– dichiara Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde - il rischio è che se ne perda l'origine ed è proprio il caso dell’arte della pizza. Con la consegna delle firme abbiamo chiesto al Prof. Giovanni Puglisi di indicare l’arte della pizza napoletana come proposta italiana per l’iscrizione nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità. In questo modo potremmo difendere le origini della pizza e anche il Made in Italy. Per questo primo traguardo raggiunto, ringrazio oltre la piattaforma Change org, che ci sta sostenendo anche in Usa, la grande mobilitazione di Coldiretti che ha consentito una imponente raccolta firme, la catena Rossomopodoro che ha avviato una campagna di adesioni in tutti i suoi punti vendita nel mondo e la mobilitazione dell’Associazione Pizzaiuoli Napoletani che ha coinvolto tantissimi pizzaioli».
La raccolta firme continua anche nel mese di febbraio nei punti di raccolta e sul sito di Change.org:
https://www.change.org/p/proteggiamo-il-made-in-italy-la-pizza-come-patrimonio-unesco
29 Gennaio 2015
UNESCO: LA RACCOLTA FIRME PER LA PIZZA PATRIMONIO UMANITA’ FA TAPPA DOMANI AD AVELLINO