Applausi a scena aperta e standing ovation quando il Capo dello Stato ha ringraziato gli agricoltori per il determinante contributo offerto durante il periodo della pandemia. Ma anche Mattarella ha applaudito più volte. Ed è apparso anche molto colpito dalle storie dei tre imprenditori agricoli, due donne e un uomo che sul palco, incalzati dal conduttore Massimiliano Ossini, hanno raccontato le loro esperienze in campo.
Due imprenditrici a testimonianza del sempre maggiore peso delle donne nella grande squadra Coldiretti. La storia della responsabile delle donne, Mariafrancesca Serra, ingegnera-pastora che incarna la nuova immagine delle imprenditrici agricole, forte, decisa, all’avanguardia nella gestione dell’azienda dove ha portato la sua preparazione tecnica, ma anche presente nel sociale. E quella di Miriam Zenorini che accoglie nella sua fattoria le donne vittime di violenza che trovano così lavoro e conforto e “se riusciamo a strappare da un destino crudele anche una sola donna è un successo”.
Così come ha colpito la caparbietà di andare avanti, nonostante tutto, continuando a conquistare mercati sempre più lontani, di Mario Faro, florovivaista in Sicilia, dove quest’anno è stato davvero difficile e quasi eroico portare avanti l’impresa per la gravissima crisi idrica che ha colpito l’isola. Tre storie emblematiche del modo di essere del popolo Coldiretti.
Orgoglioso della professione agricola, tenace e vicino alla gente. Negli agriturismi, nei mercati dei contadini, nelle fattorie sociali. Un modus operandi che arriva da lontano, da quella riforma agraria che ha aperto la strada al riscatto dei contadini e che è stata voluta dalla Coldiretti, guidata da Paolo Bonomi.
Una battaglia – ha sottolineato il Capo dello Stato “mossa dalla Coldiretti” e che ha portato a una vera rivoluzione pacifica” la libertà di coltivazione; la libertà di commercio dei beni prodotti. Battaglie a cui ha dato sostanza la libertà di vivere e lavorare in campagna, di essere agricoltore, in piena eguaglianza con le attività di altri cittadini, realizzando così l’articolo 3 della Costituzione”. Concetti che Coldiretti ha incarnato allora come ora. Un’altra “rivoluzione”, quasi pari a quella del dopo guerra, è stata la legge di Orientamento (2001) che ha aperto agli agricoltori un nuovo mondo e ha permesso di creare un rapporto di fiducia e collaborazione con i consumatori. L’altra grande sfida vinta.
Perché oggi a tutti gli effetti la Coldiretti è la forza amica del Paese. Ha introdotto un nuovo linguaggio che è diventato appannaggio del grande pubblico. Qualità, origine della materia prima, salubrità, biodiversità, sicurezza alimentare, le parole d’ordine degli agricoltori Coldiretti sono diventate patrimonio comune dei cittadini che sempre più numerosi affollano i farmer market o comunque cercano il prodotto del contadino. All’agricoltore chiedono informazioni, consigli riconoscendogli così non solo la capacità di coltivare e produrre, ma anche quella di raccontare il bene alimentare e il suo legame con il territorio di provenienza. La coltura si intreccia così con la cultura.
Ed è questo mix che ha portato alla piena affermazione nella società della gente della terra. Coldiretti ha operato infatti una grande rivoluzione culturale iniziata negli anni del dopo guerra con le conquiste primarie come il diritto al lavoro e alla salute e che si è completata nei nostri giorni delineando la nuova figura di imprenditore agricolo. E oggi nessun agricoltore si vergogna di dichiarare la sua attività. Anzi per i giovani la professione di viticoltore o di allevatore fa addirittura tendenza.
E’ questa la nuova agricoltura voluta da Coldiretti e che ha avuto la consacrazione anche da parte del Presidente della Repubblica. Un’agricoltura che però vuole continuare a crescere, a misurarsi sui mercati, ma nel rispetto delle regole che devono valere per tutti, a investire nell’innovazione, dall’hi tech alle genetica, nella ricerca a cui si affida anche per avere verdetti certi su cibi ultra processati e sintetici. Una Coldiretti pronta sempre a nuove sfide, ma con la barra dritta su due principi da cui non intende derogare mai: la difesa degli agricoltori e dei loro redditi e quella dei consumatori. Una squadra unica, come quella che, compatta e unita, ha portato al traguardo degli Ottanta anni ed è pronta ad affrontare il futuro.