27 Giugno 2011
AMBIENTE: COLDIRETTI

Castagnaccio e biscotti “fatti a mano” per alzare il livello di attenzione sull’insetto killer, il famigerato “Cinipide galligeno del castagno”, arrivato dalla Cina, che sta dimezzando la produzione delle castagne. Un grido di allarme, quello degli agricoltori, che ha portato venerdì 24 giugno, davanti al Ministero delle Politiche Agricole, a Roma, in occasione del “Tavolo castanicolo”, una numerosissima delegazione di  agricoltori campani di Coldiretti per chiedere, al Governo, provvedimenti adeguati per “salvare” le castagne, ed i prodotti che ne derivano. Gli agricoltori hanno portato, insieme ai dolci a base di farina di castagne, come il castagnaccio, i rami delle piante colpite in segno di protesta e preoccupazione. E proprio in  Campania parlare di castanicoltura significa parlare di una produzione di circa 28000 tonnellate  di prodotto raccolti su circa 23 mila ettari, tra cui spicca la produzione dell’ IGP Castagna  di Montella IGP e del Marrone di Roccadaspide. Positivo l’esito del tavolo che ha dato seguito alla risoluzione nazionale che prevede misure di intervento. Il Ministero si è impegnato “a sostenere e valorizzare la castanicoltura, adottando tutte le iniziative necessarie ed opportune, anche attraverso la predisposizione di misure di carattere fiscale o indennitario ovvero consistenti in contributi per il recupero, la manutenzione e la salvaguardia dei castagneti o per il ripristino dei castagneti abbandonati”. La decisione presa dal “tavolo castanicolo” di mettere subito a disposizione dei fondi per avviare la lotta biologica al Cinipede del castagno e formare gli operatori incaricati di svolgerla nelle regioni colpite dalla malattia è un primo risultato positivo per la salvaguardia di un settore importante per l’economia e l’ambiente. E’ quanto afferma il presidente campano e vicepresidente nazionale della Coldiretti Gennaro Masiello che è sceso in piazza insieme a centinaia di agricoltori di Campania, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio e Calabria. L’avvio di una capillare guerra biologica all’insetto killer attraverso lo sviluppo e accurata diffusione dell’insetto Torymus sinensis, che è l’antagonista naturale del Drycosmus kuriphilus (il Cinipide galligeno del castagno), è al momento - sottolinea la Coldiretti - l’unica strada percorribile per difendere i 780mila ettari di boschi di castagno presenti in Italia. Sono state decise  - ha continuato il vicepresidente della Coldiretti - importanti azioni di contrasto all’insetto killer del castagno che abbiamo proposto nel documento consegnato al Ministero delle Politiche agricole dove si è tenuto l’incontro del tavolo. Chiediamo tuttavia - ha precisato Masiello - un incremento delle risorse a disposizione per affrontare l’emergenza e compensare la perdita di reddito delle imprese che  rischiano di dover abbandonare i castagneti con pesanti ripercussioni, oltre che sotto il profilo economico, anche sotto quello sociale e ambientale. Sono circa in 34.000 (13.000 in Campania) le aziende agricole interessate grazie alle quali  ha sostenuto la Coldiretti - si sviluppa un filiera che offre opportunità di occupazione a 100.000 i lavoratori. Coldiretti ha chiesto altresì  l’aumento dei controlli sul prodotto d’importazione e il rafforzamento delle misure fitosanitarie nazionali, per evitare il verificarsi, ormai troppo frequente, di introduzione nel nostro Paese di insetti e malattie pericolose per le nostre produzioni (dal cinipide del castagno, alla batteriosi del kiwi, dal punteruolo rosso delle palme, alla diabrotica del mais o alla tristezza degli agrumi.
Serve – ha sollecitato inoltre Coldiretti - la predisposizione di interventi, a livello nazionale, adeguati a porre rimedio al grave stato di emergenza, così come dichiarato dal Decreto del Presidente del Consiglio del 4 giugno 2011 e pubblicato sulla G.U del 13 giugno 2011, per risarcire i gravi danni subiti dai produttori, non solo per l’applicazione delle misure di lotta obbligatoria, ma anche per la perdita di prodotto e di reddito (esonero per 12 mesi dal pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali, attivazione del de minimis, l’individuazione al’interno dei Piani di sviluppo rurale, o altri fondi e programmi pubblici, di specifiche azioni volte a ristorare i produttori dai gravi danni, la predisposizione e l’attivazione di idonee misure creditizie ed una chiara e trasparente indicazione dell’origine del prodotto) .Se a livello nazionale serve un coordinamento istituzionale tra le componenti veramente rappresentative del comparto che garantisca obiettivi univoci sul  territorio, a livello comunitario l’obiettivo deve essere - ha continuato Masiello - l’inserimento della castagna tra la frutta in guscio e conseguentemente la concessione di aiuti disaccoppiati al settore. Dal tavolo castanicolo è stato deciso - riferisce la Coldiretti - lo stanziamento, immediatamente disponibile, della somma di un milione di euro per avviare azioni che si svilupperanno lungo quattro direttrici:
·         la costituzione di aree di pre-moltiplicazione del Torymus sinensis, l’antagonista naturale del Drycosmus kuriphilus (il Cinipide galligeno del castagno). Sarà compito delle Regioni presentare progetti sulla localizzazione di tali aree, mentre il Ministero provvederà a finanziarli;
·         Il potenziamento del centro di moltiplicazione dell’Università di Torino DIVAPRA, gestito dal prof. Alberto Alma, che è stato il primo laboratorio a occuparsi della moltiplicazione del Torymus;
·         Una valutazione sulle linee guida di ricerca tra le quali quella relativa all’adattamento dell’antagonista al territorio, all’incidenza del cinipide sulla produzione di castagne e alle possibili “ibridizzazione” del Torymus sinensis con specie indigene;
·         Un maggior raccordo con l’INEA (Istituto nazionale di economia agraria) e con le associazioni presenti sul territorio, che dovranno fornire dati sulla presenza di castagneti, seguire le procedure di intervento a livello locale e informare correttamente gli operatori sulle azioni da intraprendere.

IMPRESA VERDE CAMPANIA – ENTE DI FORMAZIONE

LA FORMAZIONE

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  • IMPRESA VERDE CAMPANIA SRL è Ente di Formazione impegnato nel sostegno e nella promozione di una visione ampia ed elevata della Formazione Professionale, che tiene conto del cambiamento e delle trasformazioni della società e della comunità locale nella quale opera, programmando i propri corsi, in considerazione delle tendenze del mercato del lavoro territoriale e delle figure professionali più richieste.
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  • IMPRESA VERDE CAMPANIA SRL articola i propri corsi in diversi settori di attività interagendo con Aziende, Associazioni, Studi Professionali, Scuole ed Enti del territorio, con la volontà di erogare azioni formative e di orientamento a servizio di giovani e adulti.
Tra le attività formative organizzate da IMPRESA VERDE CAMPANIA SRL, vi sono:
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  • Formazione specialistica
  • Aggiornamento, riqualificazione, formazione continua
  • Analisi dei fabbisogni formativi del territorio per Aziende e P.A.
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