Si è svolta nella Villa Comunale di Napoli la giornata dell’alimentazione promossa dal Comune di Napoli in collaborazione con Coldiretti, Legambiente, Slow food e Associazione Pizzaioli napoletani.
Nell’ambito dell’iniziativa, in un’atmosfera festosa Coldiretti ha promosso un laboratorio didattico con il passaggio dal nettare al miele e ha ribadito, contro l’emergenza fame, l’esigenza dell’adozione di regole per porre un freno alle speculazioni internazionali che fanno aumentare i prezzi delle materie prime agricole senza alcun beneficio per i produttori e al land grabbing (ovvero l’accaparramento delle terre) da parte di enti pubblici e privati.
Coldiretti – è stato sottolineato- intende dare il proprio contributo alla discussione sui modelli di governance dell’agricoltura e del cibo in corso. Le soluzioni possono partire dal basso,infatti, in un’ottica trasversale che intercetti gli interessi dei consumatori e quelli dei produttori.
In un contesto globale estremamente critico, scandito da crisi alimentari e finanziarie e dal dilagare di fenomeni di sequestro della terra che privano le giovani generazioni di quel diritto a produrre necessario in un contesto di disoccupazione montante, è indispensabile ripensare al ruolo dell’agricoltura – ha affermato Coldiretti. La globalizzazione dei mercati, a cui non ha fatto seguito quella della politica, ha portato ad un deficit di responsabilità, di onestà e di trasparenza che – ha sottolineato Coldiretti - ha generato la crisi internazionale ed ha drammaticamente legittimato la derubricazione del tema cibo fino a farlo considerare una merce qualsiasi, come fosse un aspirapolvere o un frigorifero.
Solo in Europa il problema alimentare riguarda potenzialmente più di 74 milioni di cittadini che vivono oggi al di sotto della soglia di povertà. Insieme all’aumento dei prezzi dei beni alimentari che sono saliti nell'Unione europea, potrebbe presto cambiare il menu’ sulle tavole per lo stop alle forniture di molti prodotti base per l’alimentazione. E questo nonostante il fatto che, secondo l’Eurostat, i prodotti che sono cresciuti di piu’ al consumo sono latte e formaggi (14, 9 per cento), e pane e cereali (+10,7 per cento).
Di fronte all'emergenza cibo, l'Europa ha il dovere – ha sostenuto la Coldiretti - di adottare una politica agricola coerente con l'esigenza di chiudere le porte alle speculazioni sulla fame in atto e di garantire l'approvvigionamento con una produzione alimentare di qualità al giusto prezzo per imprese e consumatori. Un modello di sviluppo sostenibile, economicamente e socialmente, per rispondere al nuovo quadro di riferimento caratterizzato da un volatilità dei prezzi per effetto dall' aumento della domanda, dai cambiamenti climatici, dalle speculazioni finanziarie.
L'impennata dei prezzi degli alimenti e la ricerca di materie prime per produrre biocarburanti hanno ''rilegittimato” fortemente il ruolo dell’agricoltura in una Europa che - ha sottolineato Coldiretti - è un importatore netto di prodotti agricoli con una bilancia commerciale negativa di circa 6 miliardi di dollari e che negli ultimi anni ha visto ridurre numero di imprese agricole e il terreno coltivato.
Per Coldiretti , la crisi alimentare non si risolve con i prezzi bassi all'origine per i produttori perche' questi non consentono all’agricoltura di sopravvivere e con la chiusura delle imprese destrutturano il sistema che non è piu’ in grado di riprendersi anche in condizioni positive. La Politica Agricola deve saper mantenere il sistema produttivo europeo efficiente con un sistema diffuso di imprese sul territorio anche in condizioni difficili affinché possa essere efficace nel reagire alle sollecitazioni di un mercato che cambia rapidamente- ha precisato Coldiretti- nel sottolineare che “occorre investire nell'agricoltura delle diverse realtà del pianeta, dove servono prima di tutto politiche agricole regionali che sappiano potenziare le produzioni locali con la valorizzazione delle identità territoriali per sfuggire all'omologazione che deprime i prezzi e aumenta la dipendenza dall'estero”.