In un paese come l’Italia dove l`86 per cento dei trasporti commerciali avviene su gomma l’aumento dei carburanti contagia la spesa degli italiani e riduce i consumi a tavola che scendono in quantità dello 0,6 per cento con punte del 5,3 per cento per le carni bovine naturali, del 3,4 per cento per i vini, del 2,9 per cento per i prodotti ittici e del 2,7 per cento per il pane nel 2010. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Ismea nel commentare i dati Istat sull’inflazione a febbraio che evidenziano un aumento del 11,9 per cento per la benzina e del 18,1 per il gasolio. A subire gli effetti del caro benzina rischiano di essere gli alimentari con ogni pasto che - sottolinea la Coldiretti - percorre in media quasi 2mila chilometri prima di giungere sulle tavole. L’effetto dell’aumento del costo dei carburanti determina un effetto valanga sulla spesa, particolarmente evidente per la crescente dipendenza dall’Italia per l’alimentazione dall’estero da dove arrivano prodotti che devono percorrere migliaia di chilometri prima di giungere in tavola. Nel 2010 è infatti salito del 52 per cento il deficit commerciale dell’Italia nell'agroalimentare che raggiunge il valore di 8,554 miliardi di euro, secondo una analisi Coldiretti sui dati Istat relativi al commercio estero nel 2010. Una situazione che ha effetti economici, ma anche ambientali e che dimostra l’importanza di investire nell’agricoltura nazionale e nei suoi prodotti con il progetto per una “filiera agricola tutta italiana” messo a punto dalla Coldiretti con l'obiettivo di arrivare ad offrire in Italia e all’estero prodotti alimentari al cento per cento italiani firmati dagli agricoltori al giusto prezzo attraverso la rete di Consorzi Agrari, delle cooperative e delle imprese agricole.
16 Marzo 2011
INFLAZIONE