31 Gennaio 2011
LAVORO: VIA AL CLICK DAY PER CENTOMILA EXTRACOMUNITARI

Via al click day che garantirà lavoro regolare a quasi centomila lavoratori extracomunitari (98.080) in Italia secondo il testo del nuovo decreto flussi varato dal Consiglio dei Ministri e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.305 del 31 dicembre 2010. Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che l’inoltro delle domande può avvenire esclusivamente per via telematica a partire dalle ore 8,00 del 31 gennaio 2011 per un primo contingente di 52.080 cittadini impegnati in tutti i settori produttivi, a partire dall'agricoltura, ma provenienti da Paesi che hanno sottoscritto specifici accordi di cooperazione in materia migratoria. Per i 30.000 lavoratori che si dedicheranno esclusivamente ai lavori domestici le domande potranno essere inoltrate solo dalle ore 8,00 del 2 febbraio mentre la procedura - sottolinea la Coldiretti - parte dal 3 febbraio per tutte le altre categorie di lavoratori incluse le conversioni dei permessi stagionali in permessi di soggiorno per lavoro subordinato non stagionale. La quota maggiore di 52.080 è assegnata - sottolinea la Coldiretti - a cittadini provenienti da Paesi che hanno sottoscritto specifici accordi di cooperazione in materia migratoria impegnati in tutti i settori produttivi, tra i quali prevalgono però agricoltura, turismo ed edilizia. Tra questi, maxi quote sono riservate ad Egitto, Albania, Marocco, Moldavia, Tunisia,  Filippine e Sri Lanka. Una altra quota rilevante di 30.000 unità è destinata - continua la Coldiretti  - al solo lavoro domestico per cittadini non rientranti tra quelli provenienti da Paesi che hanno sottoscritto specifici accordi di cooperazione in materia migratoria. La novità di quest’anno è che - precisa la Coldiretti - nel decreto sono presenti anche 4.000 quote per la conversione dei permessi stagionali in permessi di soggiorno per lavoro subordinato non stagionale. Una opportunità importante anche per il settore agricolo perché - precisa la Coldiretti - si tratta di fatto di lavoratori con i quali le aziende del settore hanno instaurato nel tempo un rapporto di reciproco affidamento e fidelizzazione che va ben oltre la previsione normativa della sussistenza di un solo precedente rapporto, ma che in molti casi risale a diversi anni.
 
Altre quote - riferisce la Coldiretti -  sono destinate alla conversione dei permessi di soggiorno per studio in permesso di soggiorno per lavoro subordinato (3000 unità),  per la conversione dei permessi di soggiorno per formazione o tirocinio in permesso di soggiorno per lavoro subordinato (3000 unità), a cittadini di paesi con i quali è in corso la definizione di accordi bilaterali in materia migratoria per la generalità dei settori (1000 unità), per la conversione dei permessi di soggiorno Ce per soggiornanti di lungo periodo rilasciati da altri Stati membri in permesso di soggiorno per lavoro subordinato (1000 unità), per la conversione dei permessi di soggiorno Ce per soggiornanti di lungo periodo rilasciati da altri Stati membri in permesso di soggiorno per lavoro autonomo (500  unità), per cittadini stranieri oriundi italiani residenti in Argentina, Uruguay, Venezuela e Brasile (500 unità).  
 
La presenza dei lavoratori stranieri impegnati nelle campagne italiane è salita a quota 106.058, in aumento del 2,03 per cento, ed oggi la forza lavoro estera rappresenta quasi il 9,15 per cento del totale impiegato in agricoltura, secondo una analisi Coldiretti. In altre parole nei campi quasi un lavoratore su dieci è straniero. Tra gli stranieri nelle campagne prevale la presenza dei lavoratori neocomunitari di provenienza principalmente rumena, slovacca e polacca. Tra quelli extracomunitari si stabilizza invece il numero di albanesi e cittadini dell’ex Jugoslavia, mentre aumentano gli asiatici (India) e nordafricani (Marocco). Sono molti i "distretti agricoli" dove i lavoratori immigrati sono una componente bene integrata nel tessuto economico e sociale come nel caso - aggiunge la Coldiretti - della raccolta delle fragole nel Veronese, della preparazione delle barbatelle in Friuli, delle mele in Trentino, della frutta in Emilia Romagna, dell'uva in Piemonte fino agli allevamenti in Lombardia dove a svolgere l'attività di “bergamini” sono soprattutto gli indiani mentre i macedoni sono coinvolti principalmente nella pastorizia. La presenza di lavoratori immigrati - conclude la Coldiretti - è divenuta indispensabile per le produzioni di qualità: dagli allevamenti dei bovini di razza piemontese a quelli delle vacche per il parmigiano reggiano dove quasi un lavoratore su tre è indiano mentre in Abruzzo il 90 per cento dei pastori è macedone, ma i lavoratori extracomunitari sono diventati decisivi nella raccolta delle mele della Val di Non, produzione del prosciutto di parma, della mozzarella di Bufala o nella raccolta delle uve destinate al Brunello di Montalcino.

IMPRESA VERDE CAMPANIA – ENTE DI FORMAZIONE

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