5 Luglio 2010
LOTTA AL FALSO MADE IN ITALY AGROALIMENTARE

 
I coltivatori e gli allevatori campani scendono in campo  contro le produzioni agricole importate e spacciate come italiane e destinate a finire in tavola senza alcuna informazione e certezza di sicurezza a danno di consumatori e imprese.
            A centinaia si sono mobilitati con Coldiretti in piazza dal valico del Brennero  al porto di Salerno per “sapere cosa arriva e dove va a finire”. Chi acquista ha il diritto di sapere se quello che compra è veramente fatto in Italia”, “I formaggi si fanno con il latte, non con la polvere”. “Subito l’etichettatura di origine obbligatoria”: questi alcuni degli slogan dei manifestanti Coldiretti che confermano l’esigenza di sempre maggiori e più accurati controlli.
Attraverso il valico del Brennero cosi come dai principali  porti in Italia giungono annualmente  miliardi di litri di latte, cagliate e polveri all’anno ma anche decine di migliaia di cosce di maiale per fare prosciutti, pomodori ed altri prodotti destinati, attraverso aziende agroalimentari italiane, a finire in tavola senza alcuna informazione ai consumatori denuncia la Coldiretti campana. In particolare per il latte Coldiretti evidenzia l’incremento delle  importazioni che si è avuto nell’ultimo anno, oltre che di latte a lunga conservazione, prevalentemente di prodotti semi-lavorati: cagliate, polvere di latte, caseine e altri con il conseguente rischio per la genuinità e la sicurezza del prodotto italiano. La produzione di latte italiano nel corso dell’anno 2009 si è ridotta rispetto al 2008   a 108.973.000 quintali con un -1,9% a fronte di un aumento delle importazioni nel 2009 a 88.356.566 di quintali con un aumento del 2,9% rispetto al 2008, mentre l’import campano di latte per il 2009 si è attestato  con un aumento del 13,45% rispetto al 2008 a 2.137.576 quintali per produzioni equivalenti del latte di circa 5.384.640 quintali importati da circa 50 aziende, per una da 20 paesi. In prevalenza da Germania, Austria, Francia, ma anche da Romania, Lettonia e Estonia, Lituania.                              
Oltre ad ingannare i consumatori, si tratta di una concorrenza sleale nei confronti dei produttori che utilizzano esclusivamente latte fresco. Noi ci confrontiamo con il mercato producendo con tutte regole ma siamo insidiati da importazioni che ci danneggiano con un furto di identità e di immagine abusando del valore aggiunto del Made in Italy – ha affermato il presidente della Coldiretti campana Gennarino Masiello  Coldiretti intende andare fino in fondo per fare chiarezza e creare le condizioni di riconoscibilità della produzione  consentendo di distinguere quella delle nostre aziende  che hanno scelto la strada della responsabilità e della qualità e quella importata e italianizzata ha detto  Masiello.   
Lo scandalo della mozzarella blu contaminata prodotta in Germania e venduta in tutta Europa con nomi italiani è la goccia che fa traboccare un vaso pieno di prodotti alimentari stranieri di scarsa qualità spacciati come Made in Italy, a danno dei consumatori e dei coltivatori che chiedono di fare definitivamente chiarezza.
In Italia l'indicazione della reale origine per i prodotti lattiero caseari è obbligatoria solo per il latte fresco, ma -  spiega la Coldiretti - non per quello a lunga conservazione, per lo yogurt, i latticini o i formaggi. Per questo va sostenuta in Parlamento l’approvazione del disegno di legge sull'etichettatura obbligatoria di origine degli alimenti che al Senato e' già stato ampiamente condiviso sia in commissione Agricoltura che in Aula.
Coldiretti sollecita l’approvazione  dell’etichettatura obbligatoria con l’indicazione dell’origine territoriale del latte a lunga conservazione e di quello impiegato per le produzioni casearie, ma anche per i formaggi e per la pasta di grano duro e, ancora, sistematici controlli sulla corretta etichettatura dei prodotti ortofrutticoli ed effettuare le analisi delle caratteristiche qualitative e sanitarie su tutte le produzioni agroalimentari importate;
 Di fronte ai ritardi dell’Unione Europea nel rendere obbligatoria l’indicazione di origine degli alimenti e a sostegno delle iniziative di legge nazionali, centinaia di allevatori e coltivatori della Coldiretti provenienti da tutte le Province Campane, anche con i loro trattori, hanno animato stamattina, contemporaneamente ai presidi organizzati alla frontiera del Brennero, il presidio del porto di Salerno in difesa del Made in Italy minacciato dalle importazioni di “schifezze” vendute come italiane.
Obiettivo scoprire il "finto Made in Italy" trasportato sui camion e sui container in transito. Numerosi i tir ispezionati con la guardia di Finanza con casi di produzioni ortofrutticole fresche e trasformate di importazione confezionate come italiane.
Attraverso il porto di Salerno, in particolare, giungono in Italia migliaia di tonnellate di prodotti ortofrutticoli e di concentrato di pomodoro cinese che giungono e altri prodotti destinati a finire in tavola senza alcuna informazione ai consumatori - denuncia la Coldiretti.
Pietro Caggiano- Presidente Coldiretti Salerno- nel denunciare che ancora oggi due mozzarelle su quattro non sono fatte con latte italiano ed una su quattro non è fatta neanche con latte, ma bensì con polvere e paste filate che provengono spesso dai paesi dell’Est Europa e che una bottiglia su due che troviamo sugli scaffali della GDO non contiene olio italiano, ma nascondendosi dietro blasonate marche commerciali contiene  olio estero, spesso raffinato, tagliato e imbottigliato come italiano ha ribadito la necessita di garantire la trasparenza dell’origine con l’etichettatura obbligatoria. Sono oltre venti i milioni di Kg di ortofrutta che sono giunti nel solo periodo gennaio – luglio del 2010 al porto di Salerno, carciofi, patate, carote, meloni, limoni, mele, kiwi, uva, pesche, albicocche, fragole, nocciole, cocomeri, lattughe che oltrepassata la dogana di via Ligea diventano made in Italy con grandissimo danno alle imprese agricole campane. Non è solo una questione di prezzo, il consumatore deve poter riconoscere sullo scaffale l’identità dei prodotti che acquista, poi è libero di scegliere se comprare carciofi egiziani oppure di Paestum – ha sottolineato Caggiano. Tra l’altro è noto che giungono regolarmente a Salerno tonnellate di concentrato di pomodoro cinese utilizzato per la preparazione di conserve destinati ai mercati europei utilizzando la nostra effige tricolore. La risposta italiana NO OGM è una varietà senza organismi geneticamente modificati (Ogm), che vanta una concentrazione superiore del 50 per cento di licopene, un carotenoide di cui viene riconosciuto l’effetto antietà.

IMPRESA VERDE CAMPANIA – ENTE DI FORMAZIONE

LA FORMAZIONE

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  • IMPRESA VERDE CAMPANIA SRL è Ente di Formazione impegnato nel sostegno e nella promozione di una visione ampia ed elevata della Formazione Professionale, che tiene conto del cambiamento e delle trasformazioni della società e della comunità locale nella quale opera, programmando i propri corsi, in considerazione delle tendenze del mercato del lavoro territoriale e delle figure professionali più richieste.
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