Saranno i dieci punti contenuti nel documento “L’Italia che vogliamo”, presentato dal presidente della Coldiretti nazionale Sergio Marini allo scorso Forum dell’Agricoltura e dell’Alimentazione di Cernobbio, a fare da filo conduttore alla politica sindacale che Coldiretti Napoli metterà in campo nel 2013. “La grave crisi che ci attanaglia – spiega il presidente della Coldiretti provinciale Mena Caccioppoli – impone un agire straordinario, ispirato da un pensiero lungimirante. In questo documento è racchiusa la nostra volontà di essere una forza propulsiva per lo sviluppo dell’agroalimentare italiano e di conseguenza dello sviluppo del Paese. Una volontà che esprimeremo con determinazione anche nella nostra provincia”.
Gli aspetti presi in considerazione sono di grande rilievo, dal governo globale dei beni comuni come il cibo, l’acqua e il territorio alla costruzione degli Stati Uniti di Europa con il pieno riconoscimento da parte della Politica Agricola Comunitaria del valore strategico del modello italiano e delle sue straordinarie peculiarità. Secondo Coldiretti Napoli gli assets su cui il nostro Paese può e deve puntare sono il patrimonio storico ed artistico, il paesaggio, la biodiversità, l’originalità e la creatività, la passione e il gusto ma anche il fare comunità e innovare mantenendo vivi i sapori antichi. Risorse che appartengono al nostro Paese e garantiscono quel valore aggiunto inimitabile e non delocalizzabile al “saper fare” italiano.
“Il modello di sviluppo che proponiamo – puntualizza il direttore di Coldiretti Napoli Prisco Lucio Sorbo - è quello che vede “L’Italia fare l’Italia”. E’ nella nostra capacità di trasferire nei nostri prodotti e nei nostri servizi il valore materiale e immateriale della distintività italiana e nel rafforzare il nostro saper “fare rete” che troveremo la forza e l’autorevolezza per riconquistare la giusta capacità competitiva, anche nella dimensione globale. E il nostro progetto della Filiera Agricola tutta Italiana è la dimostrazione che questa strada è percorribile e può dare risultati”. Per la Coldiretti napoletana la difficoltà del momento ci spinge anche a ripensare lo sviluppo in una logica di benessere secondo principi di sostenibilità, etica del lavoro e coesione sociale. Il PIL in questo caso è strumento e non il fine ultimo di una crescita sostenibile.
“Per accompagnare la crescita abbiamo bisogno anche di buona politica – conclude Sorbo-. In vista della prossima scadenza elettorale coniugheremo la filosofia del documento “L’Italia che vogliamo” con le istanze concrete del settore agricolo e su questo ci confronteremo con i candidati dei vari schieramenti. Coerentemente con la linea adottata a ogni livello territoriale, per le prossime elezioni Coldiretti conferma la scelta di non scendere in campo direttamente. Il nostro sostegno andrà a quelle figure che dimostrano di credere nell’agricoltura e di condividere il nostro modello di agroalimentare e la nostra idea di sviluppo del territorio”.