La Giunta Regionale della Campania ha approvato il regolamento che definisce i vincoli cui assoggettare le strutture di allevamento oggetto di interventi di adeguamento nonché i criteri per razionalizzare i ricoveri dei bovini allevati allo stato brado. Il provvedimento, che rende applicativa la Legge Regionale n 19 del 28 dicembre 2009 recante all’articolo 11 “Misure urgenti per il rilancio economico, per la riqualificazione del patrimonio esistente, per la prevenzione del rischio sismico e per la semplificazione amministrativa”, rende finalmente possibili i miglioramenti strutturali necessari per l’adeguamento alle normative europee e per un funzionale e sostenibile svolgimento delle fondamentali attività zootecniche nel territorio Agerolese Sorrentino.
L’importante risultato costituito dalla definizione di uno strumento che potrà sicuramente incidere sullo sviluppo economico del territorio – evidenzia il presidente giunge grazie alla pervicace azione della Coldiretti che da sempre si batte affinché l’origine, la tradizione, il legame con il territorio si possano affermare sempre di più, e possano rappresentare per le nostre imprese quel valore aggiunto utile a potenziare la loro competitività.
L’allevamento bovino nell’area sorrentino-agerolese ha una tradizione che risale ad epoche remote. Infatti sin dal 264 a.c. abitanti di Ascoli, i Picentini, furono deportati dai Romani nelle attuali zone che comprendono il comune di Agerola e dintorni. I Picentini iniziarono la loro attività di allevatori con vacche da latte di razza Podolica. Tale attività fu così redditizia che, già nel secondo secolo d.c., Galeno narra della bontà del latte e dei suoi formaggi prodotti sui “Lactaria Montes” (Monti Lattari), denominazione conservata tutt’oggi.
Le razze bovine, nei secoli allevate, sono state oltre la Podolica, la Jersey, la Bruna Alpina, l’Agerolese (creata dall’incrocio di queste tre) e, per ultima, la Frisona. L’Agerolese rappresenta un vero e proprio fiore all’occhiello in quanto unica vera razza autoctona di grande pregio perché a duplice attitudine e con il suo latte si produce il Provolone del Monaco DOP, delizia dell’agroalimentare campano riconosciuto come marchio di origine dalla UE. È proprio grazie a questo che il trend del numero di capi di razza Agerolese è crescente.
L’allevamento è per lo più a conduzione familiare e stabulazione fissa con pochi capi e, solo poche realtà, semibrado. Piccole e piccolissime realtà produttive, ricche di storia e tradizione, su cui incombeva il rischio di chiusura per le difficoltà oggettive ad adeguare le vecchie strutture alle nuove esigenze dettate dalle nuove normative igienico-sanitarie ed ai notevoli vincoli posti in queste aree.
5 Agosto 2011
STRUTTURE ZOOTECNICHE DELLA PENISOLA SORRENTINA: